Da 1 a 3000, Black Lives Matter anche in Italia, grazie alla volontà di una giovane ragazza
Due cifre, 1 e 3000. L’unità, è contenuta un numero smisurato di volte nelle migliaia. Cifra, che in riferimento agli ordini di grandezze usate da noi esseri umani, non riusciamo neanche a concepire bene.
Soltanto 1 individuo, per farne scendere in piazza più di 3000. Questa è l’opera realizzata da una giovane ragazza. Denise Berhane, italiana di 25 anni nata da genitori eritrei, studente all’Università La Sapienza.
Dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd avvenuto a Minneapolis, ed in linea con le manifestazioni di protesta globali, Denise ha deciso di dimostrare solidarietà alla causa, creando un’iniziativa anche in Italia. Tutto è iniziato con un post pubblicato sui canali socials della giovane. Diventato virale, grazie anche alle diverse associazioni per i diritti umani che hanno sostenuto la causa, ha fatto balzare dal divano e riunire in una piazza, migliaia di persone.
L’iniziativa non avrebbe potuto aver location migliore di Piazza del Popolo, nel cuore della capitale. L’evento, programmato alle 11:00 di domenica 7 giugno, ha radunato attorno all’obelisco persone di tutte le etnie. L’interesse non è stato esclusivamente manifestato da chi ha il colore della pelle diverso dal bianco. In piazza sono scesi i sostenitori del movimento black lives matter e tutti coloro che hanno sposato la causa, contro il sopruso avvenuto nei confronti della vittima, George Floyd.
Il post di Denise ha richiamato anche altre organizzazioni che quotidianamente manifestano e si battono per i diritti umani. Atrito.art ha visto manifestare: Women’s March Rome, Neri Italiani – Black Italians (NIBI), Fridays for Future Roma, 6000 Sardine, Giovani Europeisti Verdi e Fraternità Haitiana Onlus.
Immancabile la presenza all’iniziativa romana, di 2 personaggi televisivi oggi sulla cresta dell’onda. Il giornalista Diego Bianchi, conosciuto come Zoro, ed il saggista e direttore del settimanale l’Espresso, Marco Damilano, che nel programma televisivo di La7, Propaganda Live, hanno commentato la manifestazione come una delle migliori degli ultimi 20 anni.
Sui sanpietrini della piazza sono stati posti dalle organizzatrici, adesivi per mantenere la distanza di sicurezza di un metro a tutti i partecipanti, giornalisti compresi. Verso mezzogiorno, l’incredibile. Una voce al microfono invita la piazza ad inginocchiarsi e mantenere il pugno alzato per ben 8 minuti e 46 secondi. Quello che è servito al poliziotto, per soffocare George Floyd. Un lasso di tempo eterno per la vittima. ‘I can’t breath’ le urla soffocate dell’afroamericano, che immobilizzato, supplicava l’ufficiale del dipartimento Minneapolis, ad alzare quella zavorra dal suo collo.
Urla svuotate e disperate, che in quell’eterno frangente si sono dimostrate inutili, davanti alla crudeltà del poliziotto. Urla che oggi, invece sono cariche e piene di speranza. Che son servite a destare il mondo e a riportare l’attenzione sui diritti civili di: neri, mulatti, gialli, bianchi e le varie minoranze, che ancora quotidianamente subiscono atti di razzismo.
Caro George,
Denise, le associazioni che si sono unite, chiunque partecipi attivamente, chi in ogni angolo del mondo da casa riserva un pensiero compassionevole, gli autori della piattaforma Attrito.art; faremo nostre le tue ultime parole. Daremo a queste, spirito e motivo di esistere e ti garantiamo che questa volta saranno ascoltate. Ci impegneremo affinché queste, diventino il motore, che spingerà tutti noi a far tornare a respirare tutti gli individui.